Youth, dudes. C’è un Freddie Ashcroft adolescente, che ama divertirsi con i suoi amici di sempre, adolescenti come lui. Festival musicali, club e viaggi assieme, il ballo di fine anno scolastico e la sua la famiglia.
Tra una foto e un’altra, guardando il suo profilo Instagram, appare un Freddie modello, seguitissimo. Sfila a Parigi e a Milano, ma il lavoro lo porta anche a Londra e Stoccolma. In uno scatto posa per una campagna pubblicitaria con il naso tumefatto, sembra appena uscito da una rissa, in un altro ti guarda dritto negli occhi, con quel suo sguardo blu e intenso, mentre indossa un cappellino da marinaio e una blusa di seta nera trasparente, dal vago sapore femminile. Linee fluide, la moda oggi.
È un dualismo di vite che, se pur idealmente così distanti e differenti, per il diciannovenne Ashcroft sono la Vita, intensa e spontanea, quella di chi non ha nemmeno vent’anni. Football, Cricket e Hockey sono gli sport preferiti del giovane nato vicino a Oxford: una parte di lui, vera e propria passione, a cui non rinuncerebbe mai. Scoperto a sedici anni durante il Boardmaster Festival, appuntamento di riferimento per il surf e la musica techno sulle coste della Cornovaglia, da tre si divide tra la scuola e il lavoro, sempre più impegnativo.
Come tutti gli adolescenti, Freddie ha grandi progetti. Sogna di volare a New York, magari per sfilare per qualche brand da skater. Con quel fascino androgino, un look leggermente anni 90 e i capelli che rimandano al grunge, sembra uscito dagli scatti di Alasdair McLellan, fotografo del quale Ashcroft ammira incredibilmente il lavoro, assieme alla controversa immagine del giapponese Nobuyoshi Araki.
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